cocorita

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domenica 16 ottobre 2011

MALATTIE COCORITE

Scabbia ( Rogna )
Col nome di scabbia, o rogna, si indica una dermatosi parassitaria dovuta ad alcune specie d�acari che si localizzano nello strato corneo della cute. I volatili da gabbia sono colpiti da scabbia soprattutto alle zampe. La scabbia delle zampe, o acariosi delle zampe, può affliggere facilmente i volatili negli allevamenti mal tenuti. L'azione di questi parassiti da origine lentamente a croste rugose di colore grigio, internamente alveolare. Se trascurata, la scabbia può estendersi ai tarsi ( provocando il drizzamento e l'ispessimento delle scaglie in seguito al riempimento di una materia grigio-giallastra ) quindi alle cosce, che si spiumano ricoprendosi di croste, ed anche alla zona alare ed anale. Non curata, può causare la deformazione delle zampe e la morte del soggetto.
Gli stessi parassiti possono causare la scabbia del becco e della cera. L'infestazione, che colpisce soprattutto i pappagalli ondulati, si sviluppa alla base del becco e sulla cera, e se non viene prontamente combattuta si estende alla parte superiore del capo, alla zona perioculare ed a tutto il becco. Nel punto infestato si nota la presenza di una materia, bianco-grigiastra o bianco-giallastra, granulosa spugnosa, formante delle crosticine polverulente che possono invadere tutto il capo. Il becco e la cera presentano minute alveolature che finiscono per rendere porose queste parti del corpo. Se il male si aggrava, il becco può anche distorcersi e crescere in misura abnorme rendendo difficile al pennuto la presa degli alimenti. Di norma, i pennuti non accusano prurito. Il male può restare in incubazione per lungo tempo, e manifestarsi solo quando lo stato di debilitazione degli uccelli, conseguente a strapazzi o inidonea conduzione, ne favorisce la scomparsa. In ogni caso la sua diffusione è molto lenta.
Il miglior sistema per prevenire la scabbia consiste nel curare la pulizia di gabbie, locali ed accessori.
La cura può essere praticata oltre che con l'applicazione di un'apposita pomata, con olio di paraffina pura. Dopo alcuni giorni di applicazioni, le eventuali croste risulteranno ammorbidite e potranno essere staccata con molta delicatezza. Il trattamento, da proseguire fino a completa guarigione, va accompagnato con la somministrazione di un composto vitaminico, ricco soprattutto di vitamina A, e con l'effettuazione di un'energica disinfestazione dell'allevamento che serve a bloccare il diffondersi ulteriore della malattia.
Coccidiosi

Si tratta di una malattia parassitaria largamente diffusa fra tutti gli animali domestici (in particolare volatili, conigli, ed anche suini) e sostenuta da protozoi (microrganismi unicellulari) del genere Eimeria, Isospora, Cystoisospora o Cryptosporidium, chiamati generalmente coccidi.I coccidi sono un gruppo di parassiti largamente diffusi in tutto il mondo animale e sono numerose le specie di coccidi che parassitano gli uccelli. Il ciclo del parassita e abbastanza dibattuto in campo specialistico internazionale, non esistendo uniformita di vedute . La maggior parte degli autori considerano il parassita a ciclo diretto, cioe il rapace contrae la malattia dal contatto diretto con le feci di un altro animale contenenti le occisti del parassita.Il soggetto infestato elimina con le feci le oocisti che, pervenute nell'ambiente, in opportune condizioni di temperatura ed umidità diventano infestanti (sporulazione). L'infestazione si verifica mediante l'ingestione di alimenti contaminati da oocisti. Da queste si liberano gli sporozoiti che invadono le cellule della mucosa intestinale dove si accrescono, evolvono in altre forme intermedie, si riproducono e danno luogo ad altre oocisti che vengono a loro volta liberate, con le feci, nell'ambiente. Il processo riproduttivo dei coccidi, cioè, distrugge le cellule dell'intestino ospite e provoca turbe gastroenteriche.
La sintomatologia, dopo un periodo di incubazione di 2-7 giorni, è caratterizzata da abbattimento, diarrea spesso emorragica, tenesmo (spasmi anali o vescicali), dimagrimento, anemia, disidratazione, acidiosi.
La diagnosi clinica, non sempre agevole a causa della sintomatologia non caratteristica (sintomi comuni ad altre malattie), deve essere supportata dal riscontro, tramite esame coprologico, di un elevato numero di oocisti.
La profilassi si basa soprattutto sul controllo delle condizioni igienico-sanitarie onde evitare l'ingestione di oocisti infestanti. Utile può essere separare l'animale ammalato da quelli sani. Importante informare prontamente il veterinario sulla presenza di turbe gastroenteriche in quanto il grado di disidratazione e l'eventuale acidiosi che si possono instaurare, potrebbero far morire l'animale.
La terapia si basa sull'impiego di sulfamidici e di altri farmaci ad azione sui coccidi (coccidiostatici).
In alcuni casi anche per un cucciolo apparentemente sano l'esame delle feci può evidenziare la presenza di coccidi indicando così una infestazione in forma subclinica; anche se non indispensabile, anche in tal caso la terapia è utile in quanto può evitare la trasmissione dei coccidi ad altri animali.

Patologie da malnutrizione

Sono diverse le patologie legate a carenze alimentari, tutte riconducibili a diete basate sull'uso esclusivamente di semi. Quelle più frequentemente riscontrate sono:
Ipovitaminosi A
La carenza di vitamina A rappresenta di fatto la più frequente causa di malnutrizione dei volatili, e pur interessando diverse specie di uccelli, riguarda particolarmente quei pappagalli alimentati solo con semi di girasole.
I sintomi legati all'ipovitaminosi A sono numerosi e tra questi annoveriamo: dimagramento, recidivanti infezioni a livello del distretto gastrico e respiratorio, sinusite, ipertrofia della ghiandola sublinguale presenza di noduli e placche biancastre a livello del cavo orale, ulcerazioni e ipercheratosi a livello degli arti.
Tali sintomi collegati all'anamnesi possono, da soli, indirizzarci verso una diagnosi di ipovitaminosi A, che potra essere confermata da una biopsia epatica (per valutare i livelli di vit. A).
Chiaramente la terapia consiste in una correzione della dieta che deve contemplare dosi di vit. A di circa 4000 UI / kg di alimento.
Nei casi più seri è necessario somministrare la vit. A per via intramuscolare in dosi massicce. Per le infezioni secondarie, invece, inevitabile somministrare antibiotici di copertura. Nei casi di elevata gravità si ricorre alla chirurgia per l'asportazioni dei noduli in cavità orale e della ghiandola sublinguale ipertrofica
Carenza di Calcio e Vitamina D3
Anche questo problema può interessare molte specie di uccelli, ma estremamente sensibili risultano essere i pappagalli cenerini.
La carenza di calcio e vitamina D3 si ripercuotono soprattutto sull'apparato scheletrico e sull'ovodeposizione. Tanto che è possibile notare scoliosi, deformazione delle ossa lunghe, tube dell'accrescimento, fratture spontanee, problemi neurologici riconducibili a carenza di calcio.
L'anamensi, i sintomi e buone radiografie sono sufficienti a spiegarci il problema, ma per esserne certi sarà utile fare un'analisi per valutare i livelli ematici di calcio (si parla di ipocalcemia se i valori sono inferiori a 0,8 mg/dl).
Nel caso in cui ci troviamo in presenza di crisi convulsive, la risposta alla somministrazione di calcio per via endovenosa, ci chiarisce inequivocabilemte l'origine delle crisi stesse.
La terapia consiste inizialmente nella somministrazione per via parenterale di calcio, successivamente è indispensabile correggere la dieta con 0,3% di calcio (e 0,2 di fosforo per non sbilanciare l�equilibrio calcio-fosforo) e circa 200UI di vit. D3
Carenza di iodio
La carenza di iodio è tipica dei pappagallini ondulati che, in seguito a ciò,vanno incontro a squilibri ormonali che portano ad una crescita smisurata della tiroide.
I sintomi sono di conseguenza riconducibili alla compressione della tiroide stessa sulle strutture vicine (trachea e gozzo), per cui si rilevano problemi respiratori e di svuotamento del gozzo.Notizie sulla dieta e sintomi lasciano pochi dubbi sull'origine del problema, che può essere risolto somministrando diete bilanciate.
Ipovitaminosi K
La carenza di vitamina K si manifesta con emorragie diffuse (che associate all'anamnesi ci permettono di fare diagnosi), legate a uno squilibrio dei fattori di coagulazione. Il protocollo terapeutico contempla somministrazione di vit. K per via i.m. e una correzione della dieta con 0,5 ppm di vit. K

2 commenti:

  1. Come faccio la mia cocorita che a qualche settimana non ha la zampetta messa bene mi date una cura? Si regge solo con la zampa sinistra e trema. Se mi date una cura vi ringrazio un sacco vi prego fatelo per me e per il mio piccolo pappagallino!!! 😭😭😭

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  2. Salve ho una cocorite che oggi gli ho trovata con gli occhi chiusi come si stava dormendo trema non si move cosa Sera mi potette aiutare grazie

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